Vincenzo Sciamè nasce a Sambuca di Sicilia (AG) il 16/05/1941. Compie gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte di Palermo dove segue con entusiasmo le lezioni del Maestro Alfonso Amorelli. Contemporaneamente segue all’Accademia di Belle Arti di Palermo i corsi alla Scuola del Nudo, tenuti dal Maestro Filippo Scarlata. Nel 1961 inizia la sua attività artistica partecipando a numerose mostre nazionali e internazionali, conseguendo premi e segnalazioni. Nel 1962 si trasferisce a Sciacca dove insegna Discipline Plastiche nel locale Istituto d’Arte. Nel ’63 la prima personale alla Galleria d’Arte ‘Il Chiodo’ di Palermo, presentata dal critico d’arte Albano Rossi, che lo segue con molto interesse.Seguono altre personali a Sciacca, Arezzo, Marsala.


Negli anni ’70-’75 è affascinato dalle rappresentazioni del Teatro Greco di Siracusa. Studia Eschilo, Sofocle ed in particolare Euripide , dalla cui tematica sviluppa il ciclo pittorico ‘Medea’, che viene apprezzato nelle mostre personali ad Arezzo, Verona, Ravenna, Siena, Palermo, Rapallo, Venezia.


Nel ’75 si trasferisce a Velletri ed apre uno studio anche a Roma in via Famagosta 2. Si dedica all’insegnamento negli istituti d’arte statali e, parallelamente, porta avanti la sua ricerca artistica. Esegue quindi il ciclo ‘Donne sole’, presentato alla Galleria Accademia di Torino da Mario Monteverdi. Poi ‘ Il pittore e le modelle’ in mostra all’Ente Provinciale del Turismo a Frosinone. Esegue numerosi murales: a Ustica, a Diamante, a Castellana Sicula, e dipinge l’abside della Chiesa di San Francesco d’Assisi, a Cisterna di Latina.


La pittura di Sciamè, quindi, si caratterizza per la dimensione ciclica, nell’esigenza di penetrare a fondo nelle singole tematiche così che ogni dipinto viene a costituire una parte autonoma ed al contempo integrante del ciclo stesso, formando quasi un frammento del poema complessivo. E’ dei primi anni Ottanta il ciclo ‘Bradisismo’ che viene presentato da Antonello Trombatori alla Galleria Trifalco a Roma.


Nel 1984 Sciamè, attratto ancora dalla poesia, questa volta del poeta latino Catullo, ne illustra liberamente l’opera con incisioni e disegni , in una monografia intitolata ‘Lesbia e l’amore’, Edizioni d’Arte Giada, Palermo. Si ispira alle immagini di passione amorosa del poeta veronese per Lesbia e ripropone, come dice G. Baragli ‘ l’eterno femminino, l’animalità, la finezza, la geometria’.


Una svolta nella pittura di Sciamè avviene con “Finzioni di rossi silenzi” (1985-1986), ciclo presentato a Roma a Palazzo Valentini, sede della Provincia, in una importante mostra alla quale Ennio Calabria offre il suo acuto commento critico. Le “Finzioni…” sono la grande svolta di Sciamè verso il rosso, un colore difficile, complesso e carico di simbolismi (il sangue, il magma, l’amore, il fuoco…), che da allora prende quasi ad inseguirlo ed a sollecitarlo, fino a costituire il motivo dominante della sua pittura. In queste “Finzioni…” l’artista crea ampi e vuoti spazi, fortemente coinvolgenti grazie al rosso invasivo e alla razionalizzazione determinata da un rigoroso reticolo spaziale.


Gradatamente questi spazi silenti si animano con rare presenze - uno, due, tre oggetti - che ne modificano, di volta in volta, il sentimento. Si definisce così il ciclo “Le ore dei desideri”: quegli ambienti, sempre fortemente tipicizzati dal rosso dominante, assumono molteplici valenze in relazione alla presenza di un oggetto significante: la conchiglia, l’uovo, un rottame, un elemento di vestiario abbandonato, un fiore reciso, un lenzuolo disfatto, la luna… Il ciclo è presentato a Parigi nella Maison de l’Italie da Stefania Severi (novembre 1988), poi a Roma, Aosta, Acquaviva Picena.


Seguono i cicli: “Nelle stanze della memoria”, (Velletri, Siena, Trapani, Latina), poi ”I fiori del lago”,presentato in catalogo da Aldo Gerbino nel Complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo a Palermo, 2001.


Ancora la letteratura ha un ruolo significativo nella pittura di Sciamè, anche perché i “Grandi” in questione sono Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Luigi Pirandello, che lo riportano pittoricamente nella sua Sicilia. La mostra ‘I luoghi del Gattopardo’ viene presentata dall’ultimo erede dei Gattopardi, Bent Parodi di Belsito, a Capo d’Orlando a cura della Fondazione Lucio Piccolo di Calanovella (luglio 2007). “La luna nel Kaos” (omaggio a L. Pirandello) è presentata ad Agrigento , nelle sale della Biblioteca Comunale ‘L. Pirandello’ e successivamente nella Fondazione Museo ‘La Casa del Kaos’, AG. (2007)


E’ del 2001-2005 la serie dedicata a ‘I Giorni dell’Amore’, dove ‘…si ritrova la figura umana intensa ed espressiva, erotica, ma straordinariamente raffinata’( Emilia Dodi, Redazione Plurisettimanale d’informazione culturale e d’arte, Visum.it) ;e come ha scritto Stefania Severi: serie questa ‘…dedicata a tematiche più introspettive, a quella vasta gamma di sentimenti che va dalla passione al rimpianto, dall’evocazione alla sospensione’. ‘ Dipinti, - continua Emilia Dodi,- ‘molto interessanti, dove facendo vera pittura, il Maestro continua il suo discorso di ricerca, non solo artistica, con opere personalissime, attuali e non riferite ad alcuna moda’.


E’ del 2009-2010 la mostra “L’alchimia del rosso” allestita al Complesso del Vittoriano, Roma 2009/2010, presentata da Stefania Severi in catalogo ‘Alchimia del Rosso’, Casa editrice Edilizio, che conferma il rosso come cifra stilistica della sua opera. La mostra è costituita da una selezione delle opere cicliche. Patrizia Miracco commenta :’ La sua pittura non è una riproduzione fedele del reale, ma è una ricerca continua di una realtà al di là della fisicità.’ Al che Sciamè ribadisce :’Non è un errore riconoscere in me la metafisica, ma la mia è una metafisica onirica’.


‘L’erotismo, che ben s’innesta in questa visione metamorfica della vita, …i rossi, colori proverbiali dell’amore, simboli di quel fuoco che anima il mondo,… fuoco immortale, divino’( F. Campegiani) è il tema della mostra ”Alchimia dell’amore”, 2010 (Spazio Mecenate, Roma)


Palazzo Sforza Cesarini, a Genzano di Roma, 2012 è la sede dell’antologica “C’era una volta”, racconto di un artista in mostra, che raccoglie tante opere di Sciamè, comprese alcune delle sue prime esperienze pittoriche, e che ne evidenzia l’iter e la continua ricerca artistica documentata anche attraverso bozzetti, appunti , disegni.


Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Australia, Russia , Stati Uniti d’America, Canada e Argentina.


Pittura forte è quella di Sciamè, immediatamente riconoscibile nel filo indissolubile che lega un dipinto all’altro, anno dopo anno. Vi si intuisce una personalità complessa, sensibile agli affetti, carica di sentimenti, attenta agli spasimi più intimi del cuore e dell’anima. E’ un’arte intrisa di poesia che, non a caso, ha ispirato diversi poeti.


E con una nota toccante e poetica, la giornalista Raffaella Feraco commenta la sua scomparsa avvenuta in Velletri il 19/06/2014: “Chissà se in quel piccolo angolo di cielo dove hai deciso di rifugiarti, (…) tramonterà qualche volta il sole e se assumerà lo stesso tuo amatissimo colore, il rosso. Rosso Sciamè è ora il colore che tiene caldo il ricordo di Vincenzo Sciamè”


E ancora, la scrittrice Licia Cardillo Di Prima: “Quando muore un poeta si spegne la luce. Quando muore un poeta il mondo diventa più povero. Vincenzo era un poeta. E’ dei poeti, infatti, dipingere il silenzio, la solitudine, l’assenza (...), vedere l’ombra dove gli altri vedono la luce e viceversa (...). E’andato oltre la linea d’ombra, oltre il confine che si spalanca sull’inconoscibile (…). Ormai naviga verso l’altrove, verso quella patria lontana alla quale, con la sua arte, tendeva.”


A due anni dalla sua scomparsa, il 18/08/2016 l'amministrazione comunale di Sambuca di Sicilia ha voluto ricordarlo ed onorarlo apponendo una targa commemorativa sulla sua casa natale.